Cos'è il rischio

 

Ai fini di protezione civile, il rischio è rappresentato dalla possibilità che un fenomeno naturale o indotto dalle attività dell’uomo possa causare effetti dannosi sulla popolazione, gli insediamenti abitativi e produttivi e le infrastrutture, all’interno di una particolare area, in un determinato periodo di tempo.

Rischio e pericolo non sono dunque la stessa cosa: il pericolo è rappresentato dall'evento calamitoso che può colpire una certa area (la causa), il rischio è rappresentato dalle sue possibili conseguenze, cioè dal danno che ci si può attendere (l’effetto).

Per valutare concretamente un rischio, quindi, non è sufficiente conoscere il pericolo, ma occorre anche stimare attentamente il valore esposto, cioè i beni presenti sul territorio che possono essere coinvolti da un evento, e la loro vulnerabilità.

Il rischio quindi è traducibile nella formula:

 

R = P x V x E

 
P = PERICOLOSITÀ esprime la probabilità che in una zona si verifichi un fenomeno di una determinata intensità in un determinato periodo di tempo.  
V = Vulnerabilità indica, invece, l’attitudine di un “elemento” (persone, edifici, infrastrutture, attività economiche) a sopportare gli effetti di un evento in funzione dell’intensità dell’evento. La vulnerabilità esprime quindi il grado di perdite di un dato elemento o di una serie di elementi risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data intensità, espressa in una scala da zero (nessun danno) a uno (distruzione totale).  
E = Esposizione o Valore esposto indica l’elemento che deve sopportare l’evento e può essere espresso o dal numero di presenze umane o dal valore delle risorse naturali ed economiche presenti, esposte ad un determinato pericolo.  

 

Il rischio esprime dunque il numero atteso di perdite di vite umane, di feriti, di danni a proprietà, di distruzione di attività economiche o di risorse naturali, dovuti ad un particolare evento dannoso.

Spesso i termini "rischio” e "pericolosità" vengono usati con lo stesso significato. Facendo questo si cade in errore perché un fenomeno potenzialmente PERICOLOSO diventa un RISCHIO solo se interagisce direttamente su un bene ad esso ESPOSTO.

Ad esempio, considerando due zone con lo stesso livello di pericolosità sismica, una di tipo urbano densamente abitata e l'altra desertica, si otterranno valori di rischio sismico diversi tra di loro. Infatti, nella zona densamente abitata i fattori Esposizione e Vulnerabilità assumono valori altissimi e di conseguenza anche il rischio, mentre nella zona desertica non avendo danni (perché assenti gli edifici) i valori di rischio sono quasi nulli.

Altro modo per diminuire il rischio è quello di ridurre la vulnerabilità degli elementi esposti. Un terremoto a parità di magnitudo provoca molti più danni là dove gli edifici non rispettano le normative antisismiche, mentre i suoi effetti sono mitigati laddove gli edifici sono costruiti rispettando tutte le norme.

 

CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI

Principali tipologie di rischio naturale in Calabria

Principali tipologie di rischio antropico in Calabria

 

 

 

 

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